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Harvest - Celebrando la gratitudine
Harvest - Celebrando la gratitudine
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La gratitudine. Ecco, questo è il concetto alla base della nostra festa. Non l‘autocompiacimento per il nostro successo ma la gratitudine al Mondo tutto intero per averlo reso possibile. Prelevare ciò che abbiamo contribuito a far nascere, goderne il giusto senza sprecarne, conservarne il necessario per riprendere il ciclo della vita e del Ritorno.
Sia questo il tema della nostra pubblicazione per Lughnasad: raccogliere, godere senza sprecare e conservare il necessario per riavviare il ciclo, quando anche la nuova Stagione oscura avrà iniziato a declinare per ridare spazio alla Luce del nuovo ciclo.
Non ci sarà nulla da seminare, in futuro, se non avremo saputo conservare e non sprecare i beni, la bellezza e la capacità di rispettarli e di farli fruttare.
L’epoca contemporanea, marcata dalla santificazione della fretta produttiva, dalla mortificazione della contemplazione e dall’abolizione della capacità di pensare a favore di quella di consumare, ci sta facendo dimenticare il senso stesso della parola “gratitudine”.
Tutto ci è dovuto (da chi?), tutto è e deve essere un diritto (garantito da chi?), tutto è consumabile e rinnovabile tramite il finto oro del denaro (creato da chi?).
Ci divertiamo anche a sprecare e rovinare non solo la natura e i suoi doni, ma pure i prodotti dell’ingegno della specie umana e la capacità di crescere che sola possiamo ottenere superando dogmi, confini, paletti. Nella società della specializzazione non misuriamo i beni della Natura sulla base del tempo, dell’amore e del sacrificio indispensabili per ottenerli, ma tramite il loro bieco valore di mercato.
Ringraziamo anche la nostra capacità di indignarci di fronte alla bruttezza, alle storture e alle vergogne del mondo. Anche questa capacità di riconoscere e rifiutare la moneta falsa della propaganda, della mala fede e della malvagità dilagante è un raccolto. Il raccolto dello splendore delle nostre anime in ascolto, delle nostre parole capaci di emozionare e delle nostre speranze concrete e fattive di abbondanza.
Nessuno di questi scritti va sprecato. Dobbiamo assaporarli, gustarli, goderne. È il raccolto aureo dei nostri autori ai quali va, nel pieno spirito della silloge, tutta la gratitudine per il dono che mettono in comune con i lettori. Questi frutti sacri d’inchiostro sono il cibo per la nostra anima, per la nostra mente e per la nostra fiducia nei raccolti di domani.
Che anche il dio Lugh, il nume celtico a cui è dedicata la festa di Lughnasad, li possa gradire e sappia donarci saggezza, felicità per questa festa e gratitudine per ciò che rappresenta. Una Triade senza cui non può esistere alcun tipo di raccolto o di ricchezza. Né può risplendere la Bellezza.
Gioann Pòlli